IL FENERA E LA SUA FLORA
NOTE DI FENOLOGIA di Gianfranco Rotti
Nei mesi invernali l'attività vegetativa non cessa completamente, almeno sui versanti più esposti, ove la copertura di neve è sempre di breve durata. A seguito dello scioglimento della neve o dopo brevi piogge, anche a dicembre o a gennaio è possibile notare una ripresa vegetativa di alcune entità (ad esempio Arabis turrita) talvolta con sviluppo di brevi infiorescenze.
Gennaio è il mese in assoluto più povero di entità fiorite e quelle poche che ancora sfidano le avversità climatiche sono presenti per lo più in sparuti individui solo nelle zone più riparate. Caratteristica di gennaio è però la fioritura di Corylus avellana, poco appariscente e tuttavia diffusa largamente - questa sola - su tutto il fianco meridionale del Monte.
In qualche località più protetta e meglio esposta si notano talvolta - pure a dicembre o a gennaio - sporadiche fioriture che sono un pò la prosecuzione e rifioritura di quelle estive o autunnali o la precoce anticipazione di alcune primaverili. Si tratta certo di casi isolati e tuttavia ricorrenti di anno in anno. Così avviene ad esempio che vicino alle case fiorisce, abbondantemente, in pieno inverno, il Rosmarino o, in zone prative, Bellis perennis, Potentilla alba, e Dianthus sequieri. In altre zone ancora, Cyclamen purpurascens, Hepatica nobilis, Solidago virga-aurea, Bothriochloa ischaemon, Centaurea tenuifolia, Scabiosa columbaria, Viola hirta, Sonchus oleraceus e qualche altra specie.
A febbraio iniziano le tipiche fioriture primaverili, che poi esploderanno in marzo: sono le geofite (bulbose} che approfittano dei primi tepori. Sono fioriture tipiche dei boschi caldi e luminosi a prevalenza di Carpinus betulus. La loro fioritura coincide con il periodo che precede immediatamente l'emissione della foglie degli alberi, cioè, oltre del Carpinus betulus, di Fraxinus excelsior, di Fraxinus ornus, di Castanea sativa, di Tilia plathyphyllos ed altri.
Già verso fine febbraio si ha un più masiccio e diffuso inizio di alcune fioriture.
Intorno alla metà di marzo, con l'approssimarsi della primavera, le fioriture, iniziate a febbraio, si estendono sui fianchi inferiori del monte, specie sul suo versante meridionale ed occidentale.
Particolarmente concentrate e vistose sono le fioriture attorno ai torrentelli e nelle zone più umide, dove a migliaia fioriscono le corolle di Leucojum vernum e di Scilla bifolia, arricchite qua e là dalla presenza di Petasites albus (particolarmente abbondante sul versante Nord, più fresco ed umido), dell'Erythronium dens-canis, abbondante e frequente un po’ per tutte le zone boscose, di Hepatica nobilis e di Pulmonaria officinalis, a tratti abbondante.
Continua inoltre la ricchissima fioritura di Primula vulgaris.
Le zone rocciose del fianco Sud e Sud-occidentale, viste dal basso, appaiono macchiate di giallo per la vistosa fioritura di Cornus mas. Alcune delle zone prative (ad esempio in località Baraggione e a Fenera San Giulio) sono vivacizzate dalla ricca fioritura di Crocus napolitanus. Crocus albiflorus è invece sporadicamente presente alla Colma, sul settore Nord del monte ed in poche altre località.
Sia in zone prative sia in zone boscose è bellissima la fioritura di Viola alba subsp. alba e di Viola scotophylla con fiori ora bianchi, ora violetti e talvolta screziati.
Fioriture più concentrate in brevi spazi, ma non per questo meno vistose, sono quelle di Chrysosplenium alternifolium (in riva ai ruscelli del versante Nord-ovest), Narcissus pseudonarcissus, per lo più nelle vicinanze degli abitati, di Potentilla pusilla, di Polygala chamaebuxus, talvolta dai vivaci colori giallo e cremisi, di Tussilago farfara.
Altrettanto si può dire di alcune entità presenti abbondantemente solo in alcuni settori, come Arum italicum.
Fioriscono senza clamore le specie legate alle colture o proprie delle rare zone prative quali Veronica arvensis, Capsella rubella e Capsella bursa-pastoris, Senecio vulgaris, Arabidopsis thaliana, Cardamine hirsuta o di zone sabbiose quali Erophila verna.
Egualmente poco appariscenti sono le fioriture di Carex humilis, Carex caryophyllea, Sesleria caerulea, Helleborus viridis, Daphne laureola, Ruscus aculeatus.
Singoli esemplari maschili di Salix capraea, presenti qua e là specie sui versanti più freschi, sfoggiano invece la loro brillante fioritura.
Tra le piante da frutto in antesi, da segnalare il Pesco (coltivato ed inselvatichito), l'Albicocco, ecc.
Passate le grandi fioriture di marzo, i mesi successivi, da aprile a luglio, vedono via via aumentare il numero delle entità in antesi. Esse sono altresì estese a tutti i versante del Monte. In aprile spicca per copiosità la fioritura di altre piante da frutto nonché del Ciliegio selvatico, in maggio quella di Fraxinus ornus, in giugno quella di Ligustrum vulgare, Robinia e Sambuco. Sono tutte fioriture di grande bellezza e fra queste assume massimo splendore quella di Fraxinus ornus. Gran parte del Monte ne è massicciamente interessata.
Ma tra aprile e luglio si possono ammirare altre notevoli fioriture. Da segnalare in particolare le seguenti, per il mese di aprile: Amelanchier ovalis, Arabis turrita, Carex austroalpina, Erica carnea, Leopoldia comosa, Pseudostellar!a europaea, Ulmus campestris, Pinguicula alpina, Daphne mezereum, Valeriana tripteris.
Anche in maggio sono assai numerose le fioriture nuove e tra queste le più vistose sono, oltre a quelle già ricordate, quelle di Anthericum liliago, di Carduus nutans, di Centaurea triumphettii, di Doronicum pardalianches, di Erysimum rhaeticum, di Geranium nodosum (si prolunga anche nei mesi successivi), di Geranium sanguineum, di Globularia punctata, di Hieracium humile, di Berberis vulgaris, di Aquilegia vulgaris, di Galium verum (anche nei due mesi successivi), di Phyteuma scorzonerifolium, di Phyteuma spicatum, di Phyteuma scheuchzeri, di Plantago media (anche in giugno), di Lamiastrum flavidum, di Sanguisorba officinalis ecc.
Tra le nuove fioriture di giugno, da ricordare anche quelle di: Cornus sanguinea, di Daphne alpina, di Dianthus carthusianorum, di Dictamnus albus, di Calystegia sepium, di Filipendula vulgaris, di Fumana procumbens, di Hippocrepis comosa, di Ornithogalum pyrenaicum, di Petrorhagia saxifraga, di Pinguicula leptoceras, di Viburnum opulus, di Allium sphaerocephalon, di Buphthalmum salicifolium (anche nei tre mesi successivi), di Dianthus sylvestris, di Galega officinalis, di Gratiola officinalis, di Iris graminea, di Linaria vulgaris (si prolunga ulteriormente), di Prunella grandiflora e Prunella vulgaris (anche in seguito), di Verbascum chaixii, di Vitis vinifera subsp. sylvestris.
Per luglio sono da ricordare le fioriture di: Chrysopogon gryllus, di Allium angulosum (anche in seguito), di Buddleja davidii, di Dianthus seguieri (con notevole prolungamento e rifioriture), di Teucrium montanum, di Lysimachia nummularia e Lysimachia vulgaris, di Peucedanum venetum, di Teucrium montanum, di Teucrium chamaedrys, di Vicia dumetorum, di Campanula glomerata, di Centaurea deusta, di Melica ciliata, della rara Silene otites.
Da agosto in poi vi è una consistente diminuzione di entità fiorite, ma si assiste nel contempo alla rifioritura di varie entità o alla continuazione di fioriture dei mesi precedenti, anche se con minore intensità e diffusione. Degne di menzione sono comunque le seguenti fioriture: Anagallis arvensis, Arctium minus, Campanula bononiensis, Dianthus monspessulanus, Echinops sphaerocephalus, Epilobium dodonaei, Impatiens sp. pl., Gentiana asclepiadea, Leontodon leysseri, Lythrum salicaria, Peucedanum cervaria, Scabiosa columbaria.
Ancora dopo i primi freddi, nei mesi di novembre e dicembre è possibile reperire un certo numero di entità fiorite. Già in dicembre, come detto all'inizio, con il risveglio del Nocciolo, si preannuncia un nuovo ciclo di ripresa vegetativa.
Si può affermare pertanto che non vi è mai un momento di assoluta pausa. Vi è solo un rallentamento. Se poi si dà uno sguardo alle briofite (non oggetto del presente lavoro) ci si accorge che moltissimi muschi ed epatiche proprio nei lunghi mesi invernali trovano le condizioni ottimali per svilupparsi e, con la maturazione delle spore, portare a compimento il loro ciclo vitale. Anche la stagione fredda consente dunque di fare interessanti osservazioni su aspetti non secondari della vegetazione del Monte Fenera.