Il mondo dei Walser è
pieno di misteriose presenze soprannaturali. Essi si vantavano di possedere la capacità
di percepire la morte prossima di una persona attraverso particolari segnali, quali il
sentir gocciolare in casa senza che fuori piova, la volpe che ululava o attraversava la
strada volgendo il capo, il sentir bussare alla porta o vederla spalancarsi
dimprovviso o piccoli turbini di vento che, mentre laria intorno era
tranquilla , sollevavano in alto fieno o neve fino a farli svanire nel nulla. In tutti i
paesi walser esisteva un senso di continuità tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Nessuno aveva come gli uomini doggi lorrore delle tombe, perché viveva in
costante familiarità coi propri morti. Addirittura erano i vecchi stessi, quando si
sentivano vicini alla fine, a richiedere il prete per ricevere gli ultimi conforti della
fede e a chiudere poi gli occhi senza rimpianto, talvolta con una certa impassibilità
fatalistica. La morte di una persona in quei piccoli villaggi, dove tutti si conoscevano,
era un lutto comune. Anche il breve ciclo delle manifestazioni funebri seguiva un preciso
rituale: subito dopo la morte parenti e vicini si radunavano per pregare nella casa del
defunto, che, vestito e coperto da un lenzuolo, era steso su una panca della stube, mentre
la notte precedente il funerale ogni nucleo familiare inviava qualche suo membro alla
veglia funebre, durante la quale si distribuivano ai partecipanti, tra una preghiera e
laltra, pane, formaggio e vino. Il giorno del funerale il morto, chiuso nella cassa
di larice, era trasportato a spalla dagli amici nella bella stagione, trainato invece su
una slitta dinverno. Questa fase si rivelava spesso particolarmente penosa, essendo
il trasporto della cassa pericoloso destate e quasi proibitivo dinverno per la
neve e il ghiaccio. Al ritorno dal funerale generalmente veniva fatta la distribuzione di
una razione di riso per famiglia: questo donativo avava lo scopo di ricordare
quotidianamente ai beneficiati che ne facevano uso il dovere di suffragare le anime dei
defunti. Alla sepoltura seguiva dopo breve tempo il banchetto funebre, al quale erano
invitati parenti ed amici .
Una usanza walser molto particolare era
quella relativa alla costruzione, in tutte le case del villaggio, della seelenbalggen (finestrella dellanima). Si trattava di una
piccola apertura costruita nella parete della stube che era aperta alla morte di un
familiare per fare in modo che lanima potesse uscire e che era poi subito richiusa
perché non trovasse più la via del ritorno. Così forte e terrificante era la credenza
nel ritorno dei morti da spingere a questa curiosa particolarità costruttiva.