VITA QUOTIDIANA

 

Il villaggio costituisce per il walser il punto centrale della sua esistenza, intorno al quale tutto ruota: lo si può considerare parte integrante della sua vita, poiché in esso egli trova quasi tutte le ragioni della sua esistenza, così come nella comunità ed in particolare nella famiglia. In realtà, i membri di uno stesso villaggio si considerano componenti di un’unica grande famiglia: le abitazioni sono sempre aperte a tutti per qualsiasi bisogno ed ognuno partecipa alle gioie e ai dolori dell’altro.

I walser hanno conservato nel corso dei secoli un’economia di tipo autarchico, che li porta ad essere nello stesso tempo coltivatori di campi ed allevatori di bestiame. L’attività agricola, tuttavia, riveste un’importanza minore rispetto all’allevamento, a causa di fattori ambientali come la scarsità di suolo adatto, la qualità del terreno, la limitata durata della luce solare, le basse temperature medie. Ciò nonostante, i walser, col passare del tempo, hanno saputo valorizzare le coltivazioni di canapa, cereali e lino.

La voce principale dell’economia walser è, comunque, l’allevamento di bestiame, in particolare mucche, vitelli, capre e pecore.

L’importanza dell’allevamento condiziona naturalmente l’alimentazione che si basa su cibi di origine animale, come latte, burro, formaggio e carne salata. Le patate, la polenta, la minestra di riso con "erbe dei prati" ed il pane completano l’alimentazione; piatto tipico sono i miacci, preparati con farina bianca, latte, acqua, sale e uova. Per quanto riguarda il pane, esso è ricavato dalla segale e viene conservato per intere stagioni in una rastrelliera a parete. Tutte le frazioni dispongono di un forno comune e spesso anche di un mulino per la macina della segale. Per il pane si ha un grande rispetto, in quanto è frutto di duro lavoro; tutti prendono parte alla sua produzione, che è considerata quasi un rito sacro.

Anche il latte è un alimento importante; esso viene lavorato in contenitori di legno con un paiolo girevole, un colino e una frusta rompicagliata nella cucina, disposta generalmente nel piano terreno, per ricavarne prodotti come la cagliata, il formaggio, il burro e la ricotta. Inoltre, si sfruttano i residui di ogni lavorazione senza sprecare niente (ad esempio, il latte cremoso, residuo della lavorazione del burro, viene bevuto con la polenta, oppure il siero rimasto dal formaggio viene usato per produrre la ricottina dolce).

Sebbene tutti collaborino alle attività che si svolgono nel villaggio, si può tuttavia riscontrare una minima specializzazione del lavoro, soprattutto per quanto riguarda le attività artigianali, per le quali ci si rivolge ai membri della comunità più preparati.

Le donne si assumono la responsabilità di tutte le faccende domestiche e sono particolarmente attive. Quando, durante la bella stagione, i loro mariti sono all’estero per esercitare varie professioni (tipica è quella dello stuccatore), si occupano del bestiame, lavorano la terra, mietono, segano la legna e trasportano i raccolti sulle spalle, oltre a dedicarsi ai figli e alla casa.

Durante i periodi autunnale e invernale, la vita nelle case walser cambia e il ritmo delle attività familiari rallenta; in giro per il paese non si ode più la gente, rintanata in casa, ma solo il rumore del fiume e il fruscio delle foglie. Le attività all’aperto, a causa del gelo, lasciano il posto ai lavori di tessitura (in particolare di lino, lana e canapa) e di cucito, svolti nel piano terreno accanto alla stalla con strumenti come il grande telaio di legno, manovrabile a mano e a pedali, l’apparecchio per caricare le spole, la ruota avvolgimatasse e la ruota reggifusi per accoppiare i filati. Altre attività sono la lavorazione della pietra ollare (utilizzata per fabbricare pentole, stufe ed oggetti ad uso ornamentale come soprammobili, piatti e scodelle) e l’intaglio del legno, svolte all’interno del laboratorio familiare (si possono osservare gli strumenti utilizzati, nella sala degli attrezzi da lavoro, situata al primo piano).

L’inverno è per i Walser il periodo delle veglie, dell’istruzione, che è integrata dal " doposcuola" svolto a casa, dei corteggiamenti, dei matrimoni e delle feste di famiglia; in questo periodo, quindi, ci si dedica alla casa e agli affetti.

Durante le veglie, che si tengono nel soggiorno - stalla, ci si impegna nelle varie attività, accompagnate o interrotte da chiacchiere, da giochi, canti, balli, ma anche da momenti dedicati alla lettura o al racconto di storie e leggende, alla preghiera serale e alla recitazione del rosario.

Per quanto riguarda infine l’assistenza sanitaria, nei villaggi dei Walser, collocati per lo più in territori di montagna piuttosto impervi, risulta spesso difficile trovare persone specializzate, pertanto ci si presta un aiuto reciproco che, però, è limitato alla veglia ai malati ed alla preparazione di decotti ed infusi di erbe medicinali, di unguenti di grasso di camoscio e di marmotta, di cera d’api e di erbe aromatiche.  

PAG-INI.jpg (21966 byte)